Di questi cenni storici su Maccagno ho potuto rendere partecipi i lettori grazie alle preziose informazioni che ho ricavato da:

"Storia breve di Maccagno Inferiore, già feudo imperiale, Corte regale degli imperatori, terra per se e di Maccagno Superiore"

una preziosa opera del compianto e mai dimenticato Prof. Leopoldo Giampaolo, un sentito ringraziamento.

Maccagno - Il Paesaggio

I Due Maccagno sorgono allo sbocco della Valveddasca in  uno dei punti più belli del Verbano.

A mezzogiorno si stende un vasto specchio di acque chiare e rilucenti e lo sguardo si spinge sino alle lontane pendici del Vergante, a Nord il lago comincia a rinserrarsi fra alte cime che creano zone di cupe ombre.

Armoniosa la linea dei monti che fan corona al luogo lieto di sole e di verde, bello il piano che s’apre a ventaglio e s’avanza nel lago alle soglie della valle dal solco assai singolare. Le montagne che ne formano i versanti hanno vette ampie e tondeggianti che scen­dono con dolci fianchi verso poggi e terrazzi posti a mezza altezza, ma al di sotto di questi i pendii precipitano su un fondo strettissima preda del Giona, fiume impetuoso, che vi scorre solitario……………

Come nacque Maccagno secondo un'antica leggenda

CONOSCO una vecchina con un grazioso ciuffo di capelli bianchi ed un piccolo mento aguzzo, che abita in una casetta posta un poco sopra Maccagno Inf. Talvolta vado da lei. Di lassù si scopre il lago azzurro e d’estate il verde, attorno, è de­lizioso. La trovo generalmente seduta su una poltroncina presso la finestra; il capo reclinato leggermente su una spalla.

L’abitudine al lavoro le è rimasta nelle mani, che agucchiano continuamente, Quando mi riesce, la faccio parlare ed allora rac­conta dei suoi anni lontani. Comincia spesso con un sermoncino contro l’età moderna che non le va a genio, poi cade nella esalta­zione dei tempi passati. Rievoca, talvolta, anche lontane storie, reminiscenze di lunghe serate invernali passate conversando accanto al fuoco. Avventurieri, banditi, manigoldi, guerrieri si mescolano nei suoi racconti in cui suole far capolino anche la camicia rossa e il bel capo biondo di Garibaldi,

Circa l’origine di Maccagno racconta quanto segue nel suo dia­letto rude, ma espressivo.

 

« Scendi colla mente al piano, mi dice, da un’azzurra linea di monti lontani viene una sinuosa striscia d’argento. E’ un fiume ampio e lento che serpeggiando, reca la sua linfa preziosa. Lungo le sue rive a giugno è un ondeggiare di messi dorate, Gli uomini che vivono presso le sue acque lo adorano come un Dio, poichè è apportatore dl vita. Gli hanno innalzato are e con nenie cantano le sue lodi. Sulle sue ricche sponde, la vita trascorre felice. Ma ecco giunger torme di genti nuove da lontani paesi.

Sono falangi di guerrieri dal volto angoloso e dallo sguardo duro. A ferro e fuoco metton la ridente plaga e dove eran prima i campi fertili, ora è la devastazione ed il fumo degli incendi. Invano si tenta di opporsi alla loro invasione, ma chi può fermare la tempesta che s’abbatte e distrugge? In breve dov’era la città è un cumulo di rovine. I pochi scampati raccolti presso il fiume, guardano smarriti il bagliore degli incendi. Ad un tratto una voce si leva fra di essi e parla così:

<‘La sventura viene e passa come quest’acqua che ci lambe i piedi. Percorriamo quest’onda che ci fu amica, saliamo verso i monti azzurri che sembrano scrigni in cui siano celati tesori. Forse lassù tra le loro pieghe troveremo asilo e ricostruiremo la nostra vita. Due volte s’ab­batte la sventura, su chi, oltre ai beni, perde la speranza... ».

Ed eccoli sul fiume. Dopo luogo navigare un grande lago ap­pare ai loro occhi e sulle sue sponde prendono dimora. Un gruppo di essi fonda Maccagno e poichè Macone si chiama il loro condot­tiero, Maccagno diviene il nome del luogo.

 

Quale fantasia inventò questa leggenda? E sarà poi stata solo fantasia? E’ noto che la leggenda nasconde il vero, lo trasforma, ma non lo distrugge. Essa già contiene il germe della storia; anzi fu la prima storia. Gli uomini, un tempo videro negli eventi cose più grandi di quelle che noi scorgiamo. La volontà degli Dei, il fato, destini indistruttibili. Ed allora li raccontarono mescolandoli alle loro credenze e talvolta trasformandoli in mito.

E’ noto che le invasioni di popoli barbari determinarono la fuga di gente dal piano verso i monti dov’era più facile sfuggire ad eventuali molestie; questa può esser stata l’origine di Maccagno.­  

Un’altra leggenda: il   salvataggio dell’Imperatore Ottone I

TORNIAMO dalla donnina gentile che abita lassù, un po’ fuori dal paese, essa racconta ancora:

 

« Siamo nei pressi del lago, una terribile bufera solleva un tumul­to di cavalloni schiumosi, sulla riva è un pauroso scrosciare d’onde che s’lnfrangono violentemente, nuvoloni neri corrono per il cielo. Sulla piazzetta prospiciente il lago alcuni pescatori, guardano con attenzione verso le acque. Il loro modo di guardare, la loro concitazione denota che sta accadendo qualche cosa di grave. A cinquecento metri dalla riva un barcone dalle vele strappate lotta colle onde. Si solleva sulla loro cresta, affonda, risale, ondeggia, si inclina da un lato, si rad­drizza. Su di esso alcuni uomini fanno dei cenni. Evidentemente vor­rebbero raggiungere la riva antistante il paese, ma qualcosa lo Impe­disce loro. Forse Il barcone fa acqua, forse il timone è guasto. L’imbar­cazione oscilla paurosamente ad un tratto un’ondata la piega da un lato, è lì per capovolgersi.. Ed ecco che i pescatori fermi sulla piaz­zetta corrono alle loro barche piatte, le spingono nell’acqua e facendo forza sui remi si dirigono verso i pericolanti; in breve sono vicini. Il grosso barcone flagellato dalle onde è in uno stato pietoso. Con una fune viene trascinato verso la riva ed i malcapitati naviganti portati in salvo.

Era fra essi nientemeno che l’Imperatore Ottone I° e gli altri formavano il suo seguito. Immaginatevi lo stupore dei buoni Mac­cagnesi, accorsero in massa ad ossequiare l’ospite e gli fecero da guida alle loro umili case.

Egli, commosso da tanta accoglienza e riconoscente per il bel ge­sto coraggioso ed umano nominò Maccagno Inferiore Corte Regale, l’af­fidò al governo di gentili e nobili signori, e lo rese indipendente da qualsiasi terra e giurisdizione »~

 

Questo sarebbe accaduto nel 962.

Storia o leggenda? Un po’ dell’una e un po’ dell’altra.